Arrival è il film che rivoluziona il genere fantascientifico 

Ieri sera, con qualche giorno di ritardo rispetto al voluto, sono riuscito finalmente a vedere Arrival di Denis Villeneuve, un film che mi ha incollato alla poltrona fin dal primo trailer rilasciato online.

Su SHIFTS! scrivo spesso di Transmedia Storytelling, quindi la prima cosa di cui mi va di parlarvi è la modalità di presentazione di questo film. Con l’uscita dei primi trailer erano nascosti degli Easter egg che permettevano a chi ascoltava la voce di uno degli alieni di ricodificare l’onda audio e di trovare delle coordinate che riportavano ad alcune delle città coinvolte nella trana del film.

Inoltre, una sorta di caccia al tesoro online aveva permesso di trovare un frammento dal diario di Louise (Amy Adams) che raccontava buona parte dei dubbi (e della storia) della protagonista. Una prova di storytelling transmediale a dir poco sensazionale.

Poi, arriva il giorno della verità, sono pronto a vedere il film. La visione dura circa due ore ma sembra che ne passi un quarto quando siamo quasi alla fine. Pochi momenti per respirare, tanti in cui si tiene il fiato sospeso. Se non fosse per il fatto che ogni tanto la luce verde dell’uscita di emergenza mi ricordi di essere al cinema, direi di essere totalmente immerso nell’invasione aliena.

Tre attori eccezionali, Amy Adams, Jeremy Renner e Forest Whitaker, per una storia altrettanto rivoluzionaria. Innanzitutto largo alle donne nei film di fantascienza: dopo il filone inaugurato dai nuovi film di Star Wars vediamo finalmente una donna che merita di interpretare una donna “di scienza”. Anche se Louise non si considera una vera e propria scienziata, la conoscenza è la chiave di comprensione di questo film.

Non mi protrarrò in stupidi spoiler, ma vi consiglio di guardare il film e poi di fare un giro su Reddit a leggere tutte le connessioni dei fan e a confrontarle con quello che voi avete capito della storia. È qualcosa di entusiasmante.

Con Arrival il cinema di fantascienza le armi tornano ad essere una domanda e non una risposta. Se anni fa gli attacchi alieni erano quelli di Independence Day o di Mars Attacks oggi il pubblico richiede un elemento più verosimile.

Regia e montaggio sono al massimo delle potenzialità per un film che è perfetto da questi punti di vista. Forse la sceneggiatura rischia di creare dialoghi un po’ “telefonati” in alcune parti del film. La colonna sonora è una delle cose migliori del film, con musiche a tema “circolare” come quelle di Max Richter (tra le migliori On the Nature of Daylight).

Arrival rivoluziona il genere fantascientifico, per come si presenta e per come racconta una storia fatta di emozioni e di errori di uomini e donne, costretti a confrontarsi con qualcosa di più grande di loro.

E voi? L’avete visto? Cosa ne pensate?

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