Il corto HELP e le Google Spotlight Stories rivoluzioneranno (ancora una volta) il Cinema

La realtà virtuale sta letteralmente invadendo le nostre vite. Dopo aver visto le ultime premiazioni degli Oscar presentate attraverso il nuovo sistema di ripresa a 360 gradi, mi sono reso conto di quanto le produzioni statunitensi possano già essere avanti anni luce rispetto a una produzione del genere nel nostro Paese.

Parlando con un collega di lavoro, ci siamo resi conto di come la tecnologia in VR dovrà penare prima di raggiungere i livelli di produzione e budget che esistono già oltreoceano ma, probabilmente, non appena potremo avere a disposizione la piena padronanza di questi strumenti, il nostro storytelling sarà impagabile.

Indipendentemente da utopiche considerazioni sul futuro della VR, questa volta ho deciso di raccontarvi del progetto di Google chiamato Spotlight Stories, un prodotto dedicato al mercato della telefonia e dei visori VR che, ancora una volta, prova a rivoluzionare la visione cinematografica offrendo dei prodotti incredibilmente curati e già pronti per una sperimentazione sul “grande” schermo. Certo, abbiamo problemi a definire in questo senso il cinema come grande schermo in quanto, nella pratica, di schermo non si tratta affatto.

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Justin Lin, regista di Help, all’opera

La fruizione delle Google Spotlight Stories può avvenire in due modi: attraverso la visione in realtà aumentata muovendo il nostro telefono o, ancora meglio, attraverso la visione immersiva con gli innovativi visori per la Virtual Reality. In entrambi i casi si tratta di un’esperienza unica e progettata per definire meglio il concetto di storia non più come una fruizione statica ma interattiva. Lo spettatore ha la possibilità di partecipare alla storia e montaggio, recitazione e movimento di macchina sono organizzati al fine di rendere verosimile l’esperienza.

Certo, la sensazione in alcuni film come Help è quella di trovarsi in un tipico parco divertimenti americano nel quale ci viene somministrata la classica esperienza in “4D” e veniamo invitati a sederci su un rollercoaster per aumentare la sensazione di realtà. In realtà il processo vuole essere un po’ più democratico della semplice somministrazione di progetti di storytelling, creando le basi per il nuovo video-racconto aperto a tutti.

La partecipazione di numerosi player sul mercato 360-camera e l’implementazione dell’upload di progetti in VR su YouTube sta creando i presupposti per permettere a tutti di progettare film di nuova generazione. Il risultato? Staremo a vedere!

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