La dittatura dei dati svela i retroscena di Cambridge Analytica e ci aiuta a riflettere

I dati sono il nuovo petrolio.

E le aziende che sanno come estrarli e conservarli sono al centro del gioco per la conquista del mondo.

Brittany Kaiser ha lavorato per anni all’interno di Cambridge Analytica, l’azienda di gestione della campagna elettorale più discussa al mondo che ha portato alla vittoria di Donald Trump come presidente degli USA.

Ma come è stato possibile raccogliere i dati di milioni di americani e condizionarne il voto?

Lontano da dietrologie e complottismi, La dittatura dei dati è un saggio autobiografico netto e oggettivo sulle vicende accadute tra il 2014 e il 2018.

Una testimonianza che svela i retroscena sui fatti che hanno portato a ridefinire l’importanza della privacy e dei diritti dell’uomo in tutto il mondo.

Cambridge Analytica è uno spin-off di SCL, un’azienda britannica che si occupa di campagne elettorali sin dagli anni Novanta.

Il CEO di SCL, Alexander Nix, comprende l’importanza dei dati dopo aver scoperto gli algoritmi di Google: da quel momento in poi tutto cambia.

L’importanza della segmentazione dell’elettorato, delle campagne di microtargeting e delle tecniche di analisi psicografica valorizzano il servizio offerto da SCL prima e da Cambridge Analytica negli USA, poi.

Gli elettori vengono suddivisi secondo il modello OCEAN: ad ogni elettore viene affidato un grado di reazione ad un determinato contenuto.

L’ignaro utente viene profilato per essere poi in seguito manipolato da una campagna di microtargeting.

Brittany Kaiser, attivista politica e democratica, racconta il lento cambiamento della sua morale.

Come si fa a mettere da parte gli ideali di libertà e democrazia per far parte di una società che getta ombre sulla proprietà della privacy degli individui?

E così, sin dalle prime pagine, inizia una vera e propria deposizione: si citano nomi, prove, fatti e misfatti.

La dittatura dei dati è un libro scorrevole da leggere, ma talvolta ridondante.

Al centro della discussione esiste sempre una e una sola necessità: riportare la proprietà dei dati agli individui.

E così, dopo il lungo racconto di anni passati a proporre servizi che utilizzano i dati per manovrare le scelte dei cittadini, la Kaiser espone la sua soluzione al problema.

E se la blockchain potesse riportare alle persone il diritto alla gestione dei propri dati personali?

La dittatura dei dati è un monito a tutti coloro che hanno buttato via i propri dati personali a favore di un gioco su Facebook o della “necessità” di conoscere come saranno da vecchi.

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