L’importanza dello storytelling per le nuove generazioni

Raccontare una storia significa principalmente mettere a confronto un’esperienza con una potenziale audience. Questa definizione potrebbe sembrare potenzialmente riduttiva se non tenessimo conto delle molteplici sfumature che possono assumere i significati delle parti in gioco. L’esperienza può consistere nel coinvolgere direttamente lo spettatore (come, ad esempio, nel nuovissimo e sperimentale action movie Hardcore! nelle sale in questi giorni) o nel donare una morale che permetta di migliorare la nostra capacità di interagire con la società e con le persone.

Per quanto riguarda l’audience, una storia può coinvolgere uno specifico target o muoversi su differenti livelli. Le migliori storie, solitamente, sono quelle che partono dai principali principi archetipici della società e li seguono o li contraddicono apertamente. Così accade, ad esempio, quando nella famosa serie Breaking Bad vediamo i problemi di un padre di famiglia chiamato Walter White, le nostre sicurezze saranno messe in discussione quando vedremo farsi strada l’anti-eroe Heisenberg tra i deserti del New Mexico.

Lavorando nel settore della comunicazione e dell’audiovisivo mi capita spesso di lavorare come docente esperto presso alcune scuole primarie e secondarie e di relazionarmi con giovanissimi studenti che si avvicinano per la prima volta al cinema da scrittori e operatori. L’entusiasmo è incredibile.
Ad esempio, la mia esperienza presso una scuola elementare della città di Napoli mi ha permesso di conoscere una realtà nuova ai miei occhi. Mi sono trovato a collaborare con colleghi di aperta mentalità, spesso impegnati in intricate lotte atte a far riconoscere i diritti dei piccoli studenti e per permettere loro di avere un futuro diverso, un destino legato alla cultura e alla conoscenza.

Il cinema, in questo, è un fedele alleato.
Le nuove generazioni di nativi digitali sono immerse nello storytelling. È come un flusso inalterabile di informazioni in cui sono abituati a navigare, nel quale sanno muoversi, empatizzare con i personaggi e saperne apprezzare le dinamiche, senza aver necessariamente bisogno di complicate conoscenze tecniche. I ragazzi sanno benissimo orientarsi nel mondo delle complicate storie degli Avengers, hanno uno sguardo e un approccio critico alla visione di un film drammatico e, più di ogni altro adulto, sanno apprezzare il sapore di una commedia e riconoscerne il vero valore.

La scrittura di questo articolo non vuole rivelarsi come lo specchio di un banale nozionismo sul futuro di una generazione e di una società lasciata in mano a chi potrà farne buon uso, vuole semplicemente generare un invito alla somministrazione di buone storie per il pubblico.

 

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