Il ritorno di The Walking Dead, la serie per cui non esiste il “tiepido”

Ieri sera anche noi italiani abbiamo uto il piacere, grazie a Fox Italia, di vedere in contemporanea americana (a distanza di un giorno, non fate i pignoli su!) la nuova stagione di The Walking Dead, la saga di zombie più amata dopo il bagaglino.

La puntata di ieri sera mi ha appassionato, in quanto sono riusciti a rendere le vicende legate all’azione dei cannibali forse ancora più emozionanti in cui vediamo poco e niente, in una situazione di sventramento repentina e con poco pathos.

 

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Ho decisamente apprezzato la regia della puntata andata in onda ieri sera ma, nonostante l’amore per la serie, non approvo alcune scene troppo crude per essere considerate umane. The Walking Dead ci racconta di un’umanità ormai andata, dissolta, dove sei cacciatore o preda. Be hunt or be hunted, insomma.

Ma la cruda verità non va sempre narrata con immagini estreme. Vada per il fumetto, in cui vediamo il governatore impalato ad un asse di legno nelle sue parti intime ad opera di Michonne, ma sapete bene che il linguaggio filmico è un pò più delicato e si rischia di scadere nello splatter più truce nel momento in cui si sta provando a fare la differenza e raccontare la psicologia dei personaggi.

In ultima analisi credo che, arrivati alla quinta stagione, per The Walking Dead non esista il grigio, ma solo il bianco e il nero. Mi spiego meglio: in questa serie vedrete ondate di aggressività o violentissimi drammoni sulla coerenza sociologica e interpersonale. Non aspettatevi risoluzioni. A mio modesto parere, ete già tutto danti agli occhi.