Songs of Innocence, il nuovo album degli U2

Qualche giorno fa cominciarono ad essere insistenti le voci di corridoio per cui al Keynote di presentazione del nuovo gioiellino di casa Cupertino rebbero presentato il nuovo disco degli U2 in anteprima e integrato in tutti i nuovi modelli di iPhone 6. In quel momento ho seriamente cominciato ad ere dei momenti di delusione nei confronti dei miei idoli di adolescenza, quei “ragazzi” con cui sono cresciuto e che mi hanno fatto compagnia nei migliori momenti della mia crescita.

Per questo motivo non volevo credere che non rei più fatto la fila per accaparrarmi per primo (e fatemelo credere, dai!) una copia del nuovo disco dei mitici Paul Hewson & Co..

evo dvero paura di rompere qualcosa della mia innocenza, disperandomi perchè non potevo partecipare ad un evento collettivo, pur dimostrando il mio grande egoismo nel voler ascoltare per primo il nuovo capoloro, quel disco che esce ogni 5 o 6 anni e che stolta potrebbe essere dvero l’ultimo di una lunga carriera.

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Per questo motivo, nel momento in cui ho assistito al poco divertente (ma molto preparato) siparietto tra Bono Vox Tim Cook che termina con la promessa di regalare a tutti gli utenti di iTunes il nuovo album Songs of Innocence  in anteprima sulla data di uscita del 13 ottobre, mi sono sentito sollevato e ho passato i successivi 40 minuti a cercare di capire come me lo sarei “magicamente trovato” nella mia libreria iTunes. Non vi racconto i momenti di confusione prima di scoprire che in realtà iTunes non riconosceva l’artista come “U2” ma come “Various“. Vabbè.

Il disco Songs of Innocence prende questo nome da una promessa di un ritorno ad un sound spontaneo e sbarazzino dei primi anni della storica band di Dublino, nonostante l’ormai dichiarata guerra alla ruga profonda. Eppure sembra che Larry Mullen Jr. non cambi mai di una virgola.

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Passo di seguito a fare una breve relazione dei pezzi dopo un paio di ascolti:

The miracle (of Joey Ramone): è il nuovo singolo della band, ci perseguiterà nei prossimi mesi su tutte le radio del mondo. Quindi statevi. Non è un caso che il disco si apra con una canzone con un titolo come questo, per questo vi racconterò un aneddoto raccontato dallo stesso Bono, per cui il cantante ha rivelato che, durante una delle loro prime esibizioni in assoluto per la televisione suonarono due pezzi dei Ramones, spacciandoli per loro. <<In TV abbiamo fatto due canzoni nostre e nessuno se n’è accorto>>, ricorda Bono. Ma il regista sembra essere dvero molto contento.

Every Breaking We: forse la mia preferita finora, insieme al singolo di apertura. E’ una ballata classica in stile With or without you ma con una vena più rock. Bella, delicata ma profonda.

California (There is no end to love): Ma c’era dvero bisogno di quelle campane di morte all’inizio del brano con conseguente canto gregoriano dedicato a Santa Barbara? Canzone che migliora con l’ascolto ma non il miglior pezzo dell’album

Song for someone: un’altra bellissima ballata, pensata forse per la moglie Ali e poi dedicata a sua figlia. Song for someone è una canzone dolce che accompagna il riposo su un amaca sotto le stelle.

Iris (Hold Me Cl0se): Canzone in stile U2 anni ’80 con delle prorompenti chitarre di The Edge che accompagna con il suo gran sound fatto di stereofonia e delay sparato da un doppio amplificatore VOX AC30.

Volcano: è una canzone che si apre con un gran giro di drum&bass, ideale per i momenti di creatività o quando affrontiamo un viaggio in auto durante le ore pomeridiane. Indossiamo i rayban scuri e via.

Raised by wolves: note lunghe e calde per la voce, riff potenti di chitarra e batteria che accompagna con tom, timpani e piatti l’azione. Un sound molto rock per una canzone che alterna momenti di riflessione a momenti esplosivi.

Cedarwood Road: forse il pezzo più maturo dell’album, l’addio alla giovinezza con sonorità distorte. Anche qui potenti riff di chitarra in stile brit-rock ci accompagnano in un brano che prende il nome dall’indirizzo in cui abita Bono con la sua famiglia. Magari un giorno chiamerò una canzone via Lago, che ne sapete?

Sleep like a baby tonight: è un pezzo molto cadenzato, non proprio adatto a dormire come un bambino, come recita il titolo, forse.

This is where you can reach me now: questo pezzo comincia con i gabbiani ed è forse il pezzo più in linea con quello che abbiamo ascoltato quest’anno. Vi parlo dei grandi esclusi Ordinary LoveInvincible che, come si pensa, escono dalle canzoni scelte per il nuovo disco, diventando dei best alla maniera di The Ground Beneath Her Feet.

The Troubles song: è il brano di chiusura, un pezzo tra il blues e il pop rock, ancora una volta una ballad riflessiva che posiziona questo disco in un flusso di sensazioni alterne. Molto bello l’ingresso del coro verso il minuto 3:10 che da un tono completamente nuovo ad un brano che rischia di annoiare dopo due brani da più di 5 minuti l’uno.

Ad un primo ascolto sono queste le sensazioni che mi sento di dare, proveremo a dare tutti un senso a questo disco da ora al 13 ottobre. Attendo i vostri commenti!