La Realidad di Neige Sinno: un viaggio che continua a parlarci

#Gifted Questo prodotto ci è stato inviato da Neri Pozza per una recensione imparziale.

Ci sono libri che ti prendono per mano e ti portano lontano, e altri che ti obbligano a guardarti dentro. La Realidad di Neige Sinno riesce a fare entrambe le cose. Da un lato ci conduce tra le montagne del Chiapas, in Messico, dall’altro ci trascina in un territorio molto più complesso: quello delle nostre emozioni, delle illusioni e delle trasformazioni che segnano la vita di ciascuno di noi.

La storia inizia con due ragazze, Netcha e Maga, uno zaino sulle spalle e un progetto che sembra tanto ingenuo quanto visionario: regalare due libri di teoria marxista al Subcomandante Marcos, simbolo della resistenza zapatista, che si dice viva in un villaggio chiamato La Realidad. Quel viaggio nasce come un’avventura politica, quasi un gesto di ribellione adolescenziale, ma presto diventa molto di più. Ogni incontro, ogni sosta, ogni difficoltà lungo il cammino porta con sé una scoperta, una nuova ferita o un frammento di crescita. Sinno non racconta solo la spinta ideale, ma anche la fragilità, l’innocenza, la rabbia e la speranza che animano chi si affaccia al mondo con il desiderio di cambiarlo.

Il romanzo, però, non si ferma a quel primo viaggio. Vent’anni dopo, Netcha ritorna nello stesso luogo. Non è più la ragazza che inseguiva un mito rivoluzionario, ma una donna che porta con sé i segni del tempo, le cicatrici dell’esperienza e una consapevolezza diversa. È in questo ritorno che il libro diventa particolarmente intenso: il confronto tra la giovinezza e l’età adulta, tra i sogni e la realtà, tra chi eravamo e chi siamo diventati, rende la narrazione universale e vicina a tutti noi. Leggere La Realidad significa riflettere sul fatto che crescere non vuol dire smettere di credere, ma imparare a fare i conti con i limiti, con le contraddizioni e con la forza che ci vuole per continuare a cercare un senso.

La scrittura di Neige Sinno è diretta, vibrante, capace di evocare paesaggi fisici e interiori con la stessa intensità. Non c’è compiacimento nello stile, non ci sono giri di parole superflui: ogni frase è pensata per colpire, per rimanere impressa, per aprire uno spazio di riflessione. Ciò che colpisce è il modo in cui il romanzo riesce a essere politico e personale allo stesso tempo. Non racconta solo di un movimento lontano, ma della necessità che tutti abbiamo di confrontarci con le nostre radici, con i nostri ideali, con i fallimenti e con la possibilità di ricominciare.

In questo periodo dell’anno, quando l’autunno ci invita a fermarci e a guardare dentro di noi, La Realidad è una lettura che risuona in maniera particolare. È un libro che non consola ma accompagna, che non offre risposte facili ma ci ricorda che ogni viaggio, anche quello più difficile, può trasformarsi in una nuova occasione per ritrovarsi. È un romanzo che lascia addosso la sensazione di avere attraversato qualcosa di autentico, una storia che continua a parlarci anche dopo l’ultima pagina.

La Realidad non è solo un romanzo di formazione, né soltanto una riflessione politica. È un intreccio di entrambe le cose, e proprio per questo diventa una lettura potente. Parla di rivoluzioni collettive e di rivoluzioni interiori, mettendo in scena l’idea che i due piani non siano poi così separati. Ciò che accade fuori e ciò che accade dentro si influenzano a vicenda, e forse la vera sfida è imparare a navigare tra questi due mondi senza smettere di credere nella possibilità del cambiamento.


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