Metal Slug Tactics: Quando un’Icona Arcade Decide di Fare Yoga (e Forse Si Sloga un Ginocchio)


1. Introduzione: Il Midlife Crisis di una Serie che Non Invecchia Mai Davvero

Immaginate Rambo che, dopo anni a sparare nella giungla, decide di iscriversi a un corso di scacchi. O John Wick che, stufo di pistole, si mette a risolvere cruciverba. Ecco, Metal Slug Tactics è più o meno questo: il tentativo di un’icona del caos balistico di reinventarsi come stratega riflessivo, senza però dimenticare la sua anima di piromane iperattivo. Sviluppato da Leikir Studio e pubblicato da Dotemu — squadra che ha già resuscitato più franchise morti del Dr. Frankenstein — il gioco è uscito il 5 novembre 2024 su PC, Switch, PlayStation, Xbox e, ovviamente, nel cortile dei poveri (cioè Xbox Game Pass).

La serie Metal Slug, per chi non lo sapesse, è come quel cugino che a ogni festa di famiglia si presenta ubriaco, urla “SPARA A TUTTO QUELLO CHE SI MUOVE!” e poi vomita pixel colorati sul tappeto. Nata nel 1996 come run-and-gun arcade, è diventata famosa per le sue esplosioni ridicole, i boss grandi come grattacieli e i soldati nemici che sembrano usciti da una puntata di South Park. Con Tactics, però, la formula cambia: niente più corse sconsiderate, solo movimenti calcolati su una griglia, turni pazienti e strategie che richiedono più cervello che adrenalina. Un po’ come se Homer Simpson diventasse un maestro di meditazione.

I fan hanno reagito come si aspettavano gli sviluppatori: metà in estasi (“Finalmente qualcosa di nuovo!”), metà in lutto (“Hanno ucciso la mia infanzia!”). E in mezzo, io, che cerco di capire se questo esperimento è geniale o un disastro annunciato, mentre un soldato zombie mi spara addosso. Di nuovo.


2. Trama e Narrativa: Perché Parlare Quando Puoi Esplodere?

La trama di Metal Slug Tactics è quella classica della serie: il Generale Morden, cattivone con la passione per le armate segrete e i piani di conquista ridicoli, torna per fare danni. I Peregrine Falcons — squadra di eroi che include Marco (il tipico duro con la bandana), Tarma (il pilota che parla solo con i motori), Fio (la medica che cura con granate) ed Eri (l’ingegnere che costruisce armi come se fossero Lego) — devono fermarlo. Il tutto condito da dialoghi che oscillano tra il “Banzai!” e il “Prendi questo, idiota!”, con una profondità narrativa paragonabile a un episodio di Teletubbies.

La storia funziona come un pretesto per farvi saltare in missioni sempre più folli, tra salvataggi di ostaggi (che, spoiler, finiscono sempre male), distruzioni di carri armati giganti e incontri con boss che sembrano usciti da un incubo di Hayao Miyazaki dopo una cena pesante. I personaggi non hanno archi narrativi — Marco rimane Marco dall’inizio alla fine, come un attore di soap opera — ma del resto, chi gioca a Metal Slug per la profondità psicologica? Qui conta l’azione, il ritmo, il fatto che Fio riesca a lanciare una granata e dire “Scusate il ritardo!” con la stessa nonchalance di chi ordina un caffè.

Il mondo di gioco è un tripudio di ambientazioni retrò: giungle con piante carnivore che sembrano fatte di cartapesta, deserti dove le dune hanno più pixel che granelli di sabbia, e città distrutte che ricordano Mad Max se fosse disegnato da un bambino con troppi pastelli. La narrativa si integra con il gameplay come il ketchup con le patatine: non è essenziale, ma rende tutto più gustoso.


3. Gameplay: Strategia, Caos, e il Momento in cui Ti Accorgi che Quel Soldato Nemico Sta Facendo Tai Chi

Il cuore di Metal Slug Tactics è un sistema tattico a turni che mescola la precisione di XCOM con l’anarchia di uno scontro tra fuochi d’artificio. Ogni missione è una griglia isometrica dove muovi i tuoi soldati, calcoli gli attacchi e cerchi di non farti esplodere dai nemici che, spoiler, esplodono molto. Le meccaniche chiave includono:

  • Synchronicity: Non è solo una canzone dei The Police, ma anche la capacità di coordinare gli attacchi tra personaggi per danni extra. Immaginate una coreografia di Step Up, ma con lanciarazzi al posto delle scarpe da ballo.
  • Adrenaline: Una risorsa che si accumula muovendosi, usata per schivare proiettili o potenziare abilità. È come bere tre Red Bull di fila, ma senza il rischio di finire al pronto soccorso.
  • Elementi Roguelite: Mappe procedurali, permadeath (parziale, perché puoi rianimare i caduti con monete raccolte), e potenziamenti temporanei che ti fanno sentire invincibile… fino al prossimo boss che ti riduce in poltiglia.

Le missioni variano tra “ammazza tutti”, “proteggi il tizio inutile” e “sopravvivi a un’ondata di nemici che sembrano usciti da un allevamento di scarafaggi mutanti”. I boss sono il punto forte: uno su tutti, una corazzata volante che spara laser come se fossero confetti, e che richiede di distruggere i suoi generatori mentre eviti proiettili grandi come autobus. Peccato che, dopo un po’, i nemici comuni diventino più ripetitivi di una puntata di Friends in maratona: soldati basic, zombie con la pelle verde, e robot che sembrano aspirapolvere con il complesso di Dio.

Il bilanciamento è come un pendolo impazzito: alcune missioni sono così difficili che vorresti lanciare il controller contro il muro, altre così facili che ti chiedi se gli sviluppatori si siano dimenticati di aggiungere i nemici. La progressione, però, salva il tutto: sblocchi personaggi come Trevor (il cecchino che parla solo a monosillabi) e nuove armi che vanno dal lanciagranate al “Fucile che Spara Gatti Infuriati” (ok, forse no, ma sarebbe stato epico).


4. Grafica e Design: Pixel Art, Esplosioni, e un Soldato che nel Mezzo della Battaglia Sta Grigliando una Bistecca

La grafica è un amorevole omaggio allo stile originale: pixel così nitidi che potresti contarli uno a uno, animazioni che trasformano ogni esplosione in un’opera d’arte, e dettagli umoristici che ti fanno sorridere anche mentre stai per morire. Nella giungla, per esempio, c’è un soldato nemico che, invece di sparare, sta tranquillamente pescando. In una missione desertica, un cactus ha occhiali da sole. È come se gli artisti avessero deciso: “Se devi morire, almeno muori ridendo.”

Gli ambienti, però, non sono solo estetica: la giungla offre coperture naturali, il deserto costringe a movimenti rapidi per evitare le sabbie mobili, e le città in rovina sono un labirinto di muri crollati e auto esplose. Peccato che, strategicamente, molte mappe si sentano simili: alla fine, un albero e un muro di cemento offrono la stessa protezione, come se il gioco dicesse “Eh, vabbè, sono solo pixel.”

Sul fronte tecnico, Metal Slug Tactics è ottimizzato meglio di un’auto di Formula 1: frame rate stabili, tempi di caricamento brevissimi, e nessun bug grafico degno di nota. Persino sulla Switch, dove di solito i giochi esplosivi vanno in crisi come adolescenti alla prima cotta, tutto scorre liscio.


5. Colonna Sonora e Audio: Se i Synth e le Esplosioni Potessero Sposarsi, Sarebbe Questo Gioco

La colonna sonora, curata da Tee Lopes (il genio dietro Sonic Mania), è un mix tra synth retrò, jazz-funk e rock che sembra uscito da una discoteca anni ’90. Brani come Trigger Happy ti fanno venire voglia di ballare mentre schivi proiettili, mentre Desert Mayhem ha un ritmo così incalzante che potresti finire per muoverti al tavolino come un posseduto. Gli effetti sonori sono altrettanto iconici: le esplosioni hanno un “boom” soddisfacente, i proiettili fischiano come api inferocite, e le urla dei nemici sono così caricaturali che sembrano doppiate da un’imitazione di Paperino.

Il doppiaggio? Inesistente in italiano, ma i testi in inglese sono così semplici che persino chi ha studiato la lingua con i film di Schwarzenegger può capirli. E comunque, quando Marco urla “Eat this!”, non serve traduzione: lo senti nel cuore, e nelle orecchie, che continuano a ronzare.


6. Rigiocabilità e Contenuti Aggiuntivi: Perché Giocare una Volta Quando Puoi Giocare… Quasi le Stesse Cose, Ma con un Fucile Diverso?

La rigiocabilità di Metal Slug Tactics dipende da quanto ami il loop roguelite: ogni partita offre combinazioni casuali di armi, potenziamenti e layout delle mappe, il che significa che una run potrebbe regalarti un lanciamissili devastante, e quella dopo… un fucile a pompa che spara palline di gomma. Ci sono 36 armi da sbloccare, 100 modifiche e 9 personaggi con abilità uniche, il che dovrebbe garantire ore di divertimento. Peccato che, dopo la decima ora, ti accorgi che i boss sono sempre gli stessi e le missioni secondarie iniziano a sembrare compiti delle medie.

I contenuti extra? Al lancio, zero multiplayer e zero DLC, ma gli sviluppatori hanno promesso aggiornamenti futuri con nuovi personaggi (Nadia, la spia, e Trevor, il cecchino muto) e missioni esclusive. Insomma, è come comprare una torta e sapere che la glassatura arriverà… forse.


7. Esperienza Generale: Una Montagna Russa con le Ruote Sgangherate, Ma che Ti Fa Urlare di Gioia

I punti di forza di Metal Slug Tactics sono evidenti: è innovativo, rispetta lo spirito originale, e ha un’estetica che fa venire voglia di stampare screenshot e appenderli in salotto. Il gameplay, seppur con qualche intoppo, è coinvolgente e adatto sia a sessioni lunghe che a piccole pause tra una pausa caffè e l’altra.

I difetti? La ripetitività che si insinua dopo alcune ore, un bilanciamento che a volte sembra gestito da un sadico dungeon master, e l’assenza di una localizzazione italiana che avrebbe reso il tutto più accessibile. In confronto a titoli come XCOM 2 o Into the BreachMetal Slug Tactics è meno profondo ma molto più immediato: è il kebab dei giochi tattici, non sofisticato ma appagante.


8. Conclusione: Dovresti Comprarlo? Dipende da Quanto Ti Piace Ridere Mentre Piangi

Metal Slug Tactics è come quel film di supereroi di serie B: non vincerà Oscar, ma ti regala due ore di divertimento puro. Con un prezzo di lancio di €24.99, è un acquisto consigliato per i fan dei tattici che vogliono qualcosa di veloce e colorato, per i nostalgici della serie, e per chiunque abbia sempre sognato di vedere un carro armato esplodere in pixel art 4K.

Voto Finale: ★★★★☆ (4/5)
Perfetto per: Chi cerca strategia senza troppi fronzoli, amanti del retrò, e masochisti che sorridono davanti a uno schermo con scritto “Game Over”.
Da Evitare se: Preferisci i tattici iperrealistici, odi i roguelite, o pensi che i pixel siano roba da museo.

E ora, se mi scusate, devo tornare a salvare Marco da un’ondata di zombie. Sperando che stavolta non decida di fare una pausa caffè nel mezzo della battaglia.