Recensione: “La cosa più preziosa” di Victor D.O. Santos

Victor D.O. Santos, con la sua opera “La cosa più preziosa”, tessuto di parole come trame di un tessuto vivente, invita i lettori a una celebrazione della lingua, non semplicemente come mezzo di comunicazione, ma come cuore pulsante delle culture, memoria e identità di un popolo.

Le illustrazioni di Anna Forlati si ergono quali poemi visivi, ciascuna pagina un inno alla diversità e alla bellezza delle espressioni umane. Queste creazioni artistiche offrono una sinfonia di colori e forme che rispecchiano la variegata tapezzeria delle lingue mondiali.

Il libro si distingue per la sua collaborazione con l’UNESCO, nell’ambito della “Decade internazionale delle lingue indigene” (2022-2032), sottolineando con urgenza l’importanza di preservare le lingue a rischio di estinzione — custodi di storie inesplorate e saggezze antiche.

Vera Gheno arricchisce ulteriormente l’opera con una traduzione che non solo trasporta il significato originale attraverso la barriera linguistica, ma approfondisce con una postfazione che medita sulla lingua come bene inestimabile dell’umanità.

Questo libro, pur destinato a giovani menti tra i 5 e i 7 anni, trascende i confini generazionali e diventa un gioiello per chiunque abbia a cuore la linguistica, la cultura e l’arte visiva. “La cosa più preziosa” si rivela un invito poetico e profondo a riconoscere e celebrare la lingua come fondamento della comprensione umana e della coesione sociale.

Leggere “La cosa più preziosa” di Victor D.O. Santos è stato un’esperienza emotivamente arricchente e profondamente toccante. Questo libro, che celebra la diversità e la bellezza delle lingue del mondo, ha avuto l’effetto di un delicato ma potente tocco alla nostra sensibilità culturale e personale.

Ogni pagina del libro, animata dalle suggestive illustrazioni di Anna Forlati, si è rivelata una finestra aperta su mondi sconosciuti e familiari allo stesso tempo, evocando una serie di emozioni che spaziavano dalla meraviglia al rispetto profondo per il patrimonio linguistico che unisce l’umanità.

La narrazione di Santos, impreziosita dalla sua capacità di intrecciare le sfaccettature linguistiche con le emozioni umane, ha suscitato in noi un sentimento di urgenza e di necessità di preservare queste gemme culturali. È stato impossibile non sentirsi coinvolti emotivamente quando il libro delineava come intere culture e storie possano essere perse con la scomparsa di una sola lingua.

La collaborazione con l’UNESCO e il contesto della “Decade internazionale delle lingue indigene” hanno aggiunto un ulteriore strato di significatività, rendendo la lettura non solo un’esperienza estetica ma anche un impegno civico. Ci siamo trovati a riflettere su quanto sia cruciale il nostro ruolo nel sostenere e valorizzare le lingue minoritarie come atti di resistenza culturale e di solidarietà.

Inoltre, la traduzione di Vera Gheno ha permesso di apprezzare la complessità e la bellezza del linguaggio, elevando ulteriormente l’esperienza di lettura con una postfazione che ha saputo incapsulare la grandezza e la vulnerabilità delle nostre espressioni linguistiche.

In definitiva, Santos e Forlati ci offrono non solo un libro, ma un portale verso l’apprezzamento delle infinite sfumature che definiscono il nostro essere nel mondo, ricordandoci che ogni lingua è un universo, un prezioso scrigno di umanità.