Marvel’s Spiderman per PS4, una recensione ragionata.

Diffidate da chi vi riesce a raccontare un gioco come Spiderman nel giro di 48 ore dall’uscita. È davvero difficile donare un’impressione reale a un titolo del genere senza averlo prima giocato con calma, averne assimilato i cambiamenti dopo le update dal day one e senza pensare a fondo a ciò che ha significato per il gruppo di Insomniac capitanato da Bryan Intihar lavorare a un progetto così importante.

Sono proprio le parole di Intihar, arrivate in un foglio illustrativo in redazione insieme al gioco, che ci hanno fatto riflettere su quanto sia semplice categorizzare un lavoro così pressante. “Abbiamo riversato l’anima in Marvel’ Spiderman” dice Inithar, “sentendoci insieme possessori e depositari di qualcosa più grande di noi. Questo percorso produttivo ci ha fornito l’opportunità di rivivere in modo straordinario l’infanzia, e in molti casi di condividere l’esperienza con i nostri bambini”.

Raccontare Marvel’s Spiderman significa prima di tutto calarsi nelle dinamiche di costruzione di un universo e, soprattutto, nella capacità di creare uno storytelling che non risulti banale o già visto nel mondo a fumetti ma allo stesso tempo appetibile per un’enorme fan base e per i giocatori di tutto il mondo.

Storytelling e universo condiviso

Raccontare una qualsiasi storia su Spiderman senza New York significherebbe privare il super eroe di un lato essenziale del suo carattere. La Grande Mela è protagonista assoluta di tutte le storie dell’uomo ragno e, senza alcun dubbio, rappresenta il cuore pulsante da dove è necessario partire per meglio comprendere il nuovo titolo di Insomniac. È proprio New York con i suoi grattacieli a porsi come l’asset che più stupisce nello sviluppo di questo gioco. Un progetto definito nei minimi dettagli che permette un free roaming e una campagna senza precedenti con una qualità di rendering che fa gridare al miracolo, anche sui primi modelli di Playstation 4.

Assolutamente incredibile il livello di dettaglio e di contenuti, tanto che le prime polemiche portate al gioco per l’assenza di qualche pozzanghera qua e là ci fanno quasi imbarazzo a un mese dall’arrivo del gioco sugli scaffali.

New York è il motore dell’azione, ma soprattutto di un arco narrativo che rende onore alle dinamiche di transmedia storytelling per cui ci ritroviamo ad affrontare un’avventura in un universo condiviso, in uno spazio coabitato da altri eroi come gli Avengers che, a detta di Spiderman, “a differenza mia non andrebbero in giro a recuperare escrementi di piccione”.

Side-quest a parte, la vera natura di Marvel’s Spiderman è quella di raccontarci un’avventura di un eroe maturo, nel pieno della definizione dei suoi poteri, che dovrà ridefinire gli equilibri della sua vita e della sua carriera da scienziato. Senza raccontarvi spoiler, conosceremo Peter Parker circa 8 anni dopo aver ricevuto i poteri da ragno, mentre è impegnato in attività di ricerca con lo scienziato Otto Octavius, suo mentore e amico.

È questo l’incipit per una storia che vedrà uno svolgimento articolato e inaspettato, con una serie di sorprese con nuove e vecchie conoscenze all’interno dell’universo creato da Stan Lee.

La storia in Marvel’s Spiderman è coinvolgente e ricca di suspense e ci ha completamente travolto nelle prime ore di gioco. È l’elemento di maggiore efficacia all’interno di questo titolo che sembra far completamente affidamento sulla capacità di introdurci all’interno di un mondo, chiamati ad affrontare una missione più grande di noi, oscillando a destra e a manca tra un grattacielo ed un altro.

Le meccaniche di gioco

Non è tutto oro ciò che luccica e, in effetti, Marvel’s Spiderman pecca un po’ di ripetitività. Le meccaniche di gioco, perfettamente incastrate con la crescita del personaggio all’interno della campagna principale, fanno sentire un po’ di pesantezza nelle missioni secondarie. Sembra che, dopo aver finito la missione principale, sia tutto un continuo ripetere delle stesse azioni in quelle che si definiscono due categorie principali di gioco: stealth mazzate alla cieca.

Se non fosse per il fatto che alcune volte gli obiettivi richiedono di comportarsi in un modo o in un altro, ci ritroveremmo a far esplodere risse e a realizzare le solite 4 o 5 sequenze di tasti che si sono rivelate efficaci fin dalle prime ore di gioco.

In due parole: non sempre la libertà di esplorazione è legata a un effettivo piacere di gioco. Platinare il gioco richiede, in effetti, una lunga serie di operazioni sempre uguali che, alla lunga, si rivelano un po’ noiose.

Nonostante ciò, Marvel’s Spiderman, risulta davvero divertente soprattutto nella modalità Sfide di Taskmaster, nelle quali dobbiamo metterci alla prova nel superare una serie di obiettivi per recuperare gettoni che ci serviranno sopratutto ad acquistare nuovi costumi.

I costumi 

Una cosa è certa: la cura per i costumi all’interno del gioco merita niente altro che applausi.

Non solo gli sviluppatori hanno inserito all’interno del gioco una serie di costumi appartenenti alla storia del personaggio, ma li hanno organizzati in modo da alimentare il desiderio di conquistare obiettivi all’interno della storia principale e delle missioni secondarie.

I costumi in Marvel’s Spiderman sono l’esempio di quel fenomeno meta-ludico che chiamiamo Gamification nel gioco ovvero la necessità di approfondire degli obiettivi che ci consentono di aumentare l’esperienza, permettendo al giocatore di affrontare la campagna principale e di recuperare, qua e là, alcuni premi che gli consentiranno di trasformare, anche solo esteticamente, l’eroe.

È una dinamica davvero importante per la longevità di un gioco che, come dicevamo prima, rischia di perdersi in un focolaio di schiaffi dati in giro per New York con la stessa attenzione che si dà ad una partita di solitario su Windows 95.

La cura per i dettagli

Su una cosa forse non siamo stati eccessivamente chiari: Insomniac ha lavorato ai dettagli per questo titolo in modo maniacale.

Non si tratta soltanto di raccontare una storia, ma di rendere l’esperienza verosimile. È questo il valore aggiunto del quale molti colleghi non hanno parlato. Non si tratta soltanto della cura nella costruzione delle cut-scene all’interno del gioco, ma di una serie di elementi, anche all’interno dei dialoghi, che permettono al giocatore di immergersi completamente all’interno dello storytelling.

Ne è un esempio la stessa New York con i suoi murales e i suoi easter egg che gli sviluppatori hanno inserito soprattutto per la community, ma ne è un esempio anche l’attenzione alla vita reale di un ragazzo che vive all’interno di una delle città più grandi del mondo. Come vivrebbe l’eroe, ma soprattutto, come vivrebbe l’uomo nel 2018? È questo che si sono chiesti all’interno di Insomniac ed è questo che ci hanno portato in un gioco che non lascia spazio all’immaginazione (per fortuna). E così ci troviamo a scorrere una lista di tweet sull’account ufficiale di Spiderman, con l’AI che commenta attraverso la voce dei newyorkesi le nostre azioni quotidiane mentre siamo impegnati ad affrontare i nostri nemici; ci troviamo a fotografare murales in giro per New York, delle vere opere d’arte; ci appoggiamo ad una sporgenza e ci fermiamo ad osservare il panorama durante la golden hour, un momento che solo chi è stato almeno una volta a New York può avere negli occhi per sempre.

Considerazioni finali

Marvel’s Spiderman rappresenta una linea di confine per la produzione di videogiochi nel 2018, in attesa della tanto agognata next-gen.

Abbiamo bisogno del multiplayer in un gioco? Ci basta l’esperienza di storytelling? E quanto può reggere nelle dinamiche di longevità?

Molti sviluppatori inseriscono il multiplayer nella possibilità di allungare l’esperienza (vedi in best-seller come Uncharted 4) nonostante lo storytelling sia character-driven e non necessariamente free-roaming. In questo mercato, Marvel’s Spiderman si pone come un prodotto che ridefinisce l’esperienza di gioco, allontanando l’esperienza condivisa a favore di elementi più interessanti come il rendering grafico, la cura per i dettagli e la fedeltà ad un universo condiviso.

Non provavamo una tale piacevolezza di gioco dall’ultimo Batman: Arkham Knight nel quale rivediamo molte delle dinamiche di questo prodotto di Insomniac Games.

Non si tratta di un gioco totalmente free-roaming perché non abbiamo possibilità di interazione con tutti gli elementi e gli asset all’interno del gioco (come ad esempio le macchine) ma, a dirla tutta, ne abbiamo bisogno?

Marvel’s Spiderman ci ha colpito per la sua capacità di creare esperienza e in questo ci ha aiutato fortemente il brand ma soprattutto l’effetto nostalgia che un personaggio come l’uomo ragno sa regalare a una generazione che non riesce ad abbandonare il sogno di volare tra un grattacielo e un altro.