“Because the night” a Pompei con Patti Smith
Alle 21:30 circa del 26 Luglio 2022 si è verificata una distorsione dello spazio tempo, presso ciò che Google Maps considerava fino a qualche minuto prima il Teatro Grande dell’area archeologica di Pompei.
Si accede all’ingresso degli scavi e già il tratto che porta dalla biglietteria alla piccola arena di epoca romana sembra essere surreale. La voce di Patti Smith inizia a scaldare i presenti e, mentre percorriamo il colonnato d’accesso all’anfiteatro, sembra già di entrare in una dimensione onirica.
Patti Smith sembra non rendersi conto del tempo che è passato – “75 anni, chi l’avrebbe mai detto”- ci accoglie con una sua riflessione calda su anni di carriera passati tra palchi e chissà quante avventure.
Proprio lì, al centro del palco, davanti ad una cavea gremita di fan (circa 3000, dai report di questa mattina) la sacerdotessa del rock prende il posto che le si confà.
Il suo atteggiamento è quello di entrare in punta di piedi in un salotto importante, chiedendo scusa al pubblico per poter parlare solo in inglese, tuttavia – “conosco solo questo” – spiega candidamente.
L’approccio però, rivela una climax ascendente, in un potente riverbero che avvolge tutta l’area circostante.
Fuori da ogni convenevole, la meravigliosa Dancing Barefoot ci avvolge in un’atmosfera intima con una potenza misurata e delicata. La band che accompagna Patti Smith sembra avvertire l’importanza di una serata all’ombra delle colonne romane che, 50 anni fa nel 1972, hanno ospitato le note vibranti e psichedeliche di Roger Waters e Sud Barrett nel celebre concerto svoltosi nell’anfiteatro romano a qualche metro di distanza.
Così Jackson Smith (figlio d’arte), Tony Shanahan e Seb Rochford si lanciando placidamente alla ricerca di quelle vibrazioni, intonando un timido e rispettosissimo riff di Money dei Pink Floyd che si conclude nell’applauso fragoroso del pubblico.
Il concerto di Patti Smith al teatro grande di Pompei è un live che non ammette sconti: si sente la forza della musica degli anni ’70 ed una calda voce che non sembra riconoscere l’eco del tempo.
È un momento di meravigliosa poesia, per cui la Smith non si esime dal dover testimoniare, ad un tratto, la sua passione per la cultura italiana, recitando l’Infinito di Leopardi.
La potenza canora della poetessa del rock è ancora più evidente nei suoi brani più conosciuti: così Gloria, Because the Night e il momento encore con “People have the power” dimostrano il vero motivo per cui tutti eravamo lì, divertirci e passare, finalmente, una serata di sano rock dopo tanto tempo.
Anche la folla dei presenti ha vissuto il momento catartico come liberatorio.
Tutto torna, così come la commedia greca anche la musica ha assunto il suo potere purificatorio: guidati da una sacerdotessa, abbiamo attraversato le colonne d’Ercole e abbiamo rivolto la nostra anima verso l’eco dell’infinito.